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Quello che rimane…
- 19 Luglio 2021
- Pubblicato da: giovanni.cassina
- Categoria: Don Bosco Pordenone Scuola Primaria
Cinque anni passano in fretta e anche il percorso alla scuola primaria finisce in un batter d’occhio.
Viene allora spontaneo chiedersi “Che cosa resta”? Cosa rimane ai bambini di tutto questo? Restano i ricordi delle recite e delle lezioni interessanti? Resta la nostalgia dei compagni o dei maestri? Queste domande le abbiamo rivolte ai ragazzi di quinta, rendendoli così protagonisti nella stesura di questo articolo.
Gli studenti della 5° B ricordano quanto sia stato emozionante festeggiare San Giovanni Bosco ogni anno, il 31 gennaio, perché è diventato un santo da imitare e sperano in futuro di diventare come lui felici nella propria vita e capaci di una vita donata per il Bene degli altri e della società mettendo in pratica i valori interiorizzati.
Ripensando al loro percorso, i ragazzi oggi si sentono fortunati per aver trovato non solo una scuola in cui imparare, ma anche un posto in cui sentirsi compresi e accolti.
È stata per loro una scuola di vita, in cui hanno vissuto momenti importanti per la propria crescita interiore ed umana in un sano confronto educativo e di aiuto reciproco.
Ed è proprio in questo che consiste la pedagogia del cuore di Don Bosco: che importanza ha conoscere e saper fare, se prima di tutto non si impara ad essere capaci di gestire libertà e responsabilità e di trovare il posto adatto a mettere a frutto i doni ricevuti? Gli allievi, inoltre, affermano con emozione e riconoscenza di aver conosciuto il vero significato della felicità, dell’amicizia e l’importanza di essere propositivi.
Non serve a nulla contare le cose che mancano, ma è più significativo trovare il bello nelle esperienze che ci accadono, cogliere il buono in tutte le persone incontrate e aiutare il prossimo. Don Bosco, infine, li ha avvicinati a Dio, rafforzando la loro fede.
Ogni mattina, attraverso una semplice preghiera, si affidano a lui per chiedergli la strada giusta da percorrere.
Gli alunni della quinta B sono soddisfatti dell’esperienza alla scuola primaria e si dicono curiosi di sapere cos’altro potranno imparare da Don Bosco proseguendo nella secondaria e sono impazienti di vivere ancora nella loro quotidianità scolastica l’educazione del cuore che hanno scoperto qui.
Anche gli studenti della 5° A si portano dentro un ricordo indelebile di questo percorso in cui sono cresciuti e grazie al quale ora si sentono diversi. Si sentono più grandi e responsabili, consapevoli dei valori importanti a cui non vogliono rinunciare più. Il valore a cui danno priorità assoluta è il rispetto verso gli altri frutto del loro cammino interiore.
Viene più semplice non sopportare i compagni antipatici, ma è difficile chiudere un occhio, mettersi nei panni degli altri e ascoltarli nonostante tutti i difetti.
Il rispetto, quindi, insegna a sua volta a entrare in empatia con l’altro, a non criticare sempre, ma piuttosto a comprendere. Infine, i ragazzi hanno avuto anche molte occasioni per approfondire e rafforzare la loro fede in Dio e nel nostro Santo Educatore. In particolare, in occasione dei Buongiorno a cui partecipano una volta a settimana in Chiesa con don Salvatore, hanno potuto riflettere molto sulla vita di San Giovanni Bosco.
Sono rimasti molto colpiti dal racconto sul sogno dei 9 anni, che insegna a non risolvere i conflitti con la violenza, ma a cercare la via del perdono e comprensione evangelica.
Dopo cinque anni al don Bosco ciò che rimane ai bambini è una casa in più. La casa salesiana diventa in poco tempo una grande famiglia per tutti quelli che la vivono.
Guardandosi indietro, i ragazzi di quinta vedono un posto in cui hanno trovato un proprio ruolo, una propria identità e una forza interiore che li fa guardare avanti sicuri che don Bosco aiuterà nelle svolte della vita.
Sono più consapevoli dei doni che devono far fruttificare così come dei valori interiorizzati nella vita quotidiana.